15 gennaio / 1 febbraio 2008
SBLU_spazioalbello
Alexander Egger (graphic designer), Grazia Gabbini (scultrice), Clelia Ginetti (redattrice) e Camilla Rossi (artista): quattro modi di fare poesia. Poesia di parole e di immagini che colorano lo spazio, contaminano quello che incontrano: carta, metallo, oggetti d’uso quotidiano e abbattono le barriere interdisciplinari.
Il quotidiano interpretato da questi quattro artisti stimola un desiderio di bello finalmente raggiungibile.
Alexander Egger, graphic designer, viennese di adozione, gioca con segni e campiture di colore che compone sulla parete come fosse una tela gigantesca sulla quale prendere appunti. Ogni immagine, composta in modo volutamente provvisorio, interagisce con le altre creando un microsistema di connessioni sempre modificabile.
Grazia Gabbini sperimenta la dialettica “gravità- lievità” attraverso l’utilizzo di elementi eterogenei quali la carta compressa, macerata e dipinta e il fil di ferro. Materia che aggrega in composizioni ancestrali, che testimoniano lo scorrere del tempo: evocando metafore antiche si palesa come reperto di natura, spontaneo affioramento di ricordi, sedimentazione di storia e vissuto.
Clelia Ginetti, dopo una vita “di carta” trascorsa in due prestigiose case editrici d’arte, gioca con parole, finalmente sue. Giornalista pubblicista, collabora con riviste di poesia e di arte multimediale, con saltuarie scorribande nel campo editoriale.
Camilla Rossi trasforma oggetti seriali in soggetti viventi, opere d’arte.
Trasferendo su di loro il suo fraseggiare: segni, forme, colori, ritmi, come se fossero delle tele pronte ad accogliere il suo linguaggio, avvia un delicato dialogo con il tempo e il suo trascorrere. Attraverso il recupero compie un gesto d’amore che dona una nuova condizione estetica e infonde una perenne carica vitale.