2 / 25 maggio 2012
SBLU_spazioalbello
Il deserto luogo reale e metafisico, che ci ammalia per immanenza, tempo sospeso e spazio infinito, è il protagonista della mostra di tarda primavera di SBLU_spazioalbello, che propone un racconto per immagini di paesi visitati nella realtà, catturati nella luce che cambia, colorati dall’immaginazione. Spazi che si trasformano in luoghi fuori dal tempo, eterni, ma non immobili. Anche le genti del deserto arrivano da un tempo differente, legate a tradizioni e riti a noi sconosciuti.
Il deserto è sabbia, è pietra, è materia mobile e contemporaneamente immutabile.
Il fil rouge che lega le opere dei tre artisti presenti in mostra: Lucia Covi fotografa, Giancarlo Iliprandi visual designer, Ida Rosa Scotti pittrice e scultrice, può essere proprio cercato nei colori e nella forma del deserto inteso come terra che muta, si modella e cambia continuamente forma.
Il tema della luce è affrontato con una sensibilità raffinata e sottile dalla fotografa Lucia Covi. Le sue immagini mostrano, attraverso lo studio del particolare, le tracce della presenza della vita nell’immensa immobilità di uno spazio senza contenuti. Nelle sue opere forma e colore della materia dialogano tra loro portando in primo piano linee essenziali che si disegnano nella luce. Il deserto si concretizza nella linea delle sue dune trasformandosi nel concetto stesso di spazio: assoluto, atemporale e decontestualizzato.
Giancarlo Iliprandi, designer di fama internazionale e fine narratore ci propone immagini del deserto del Tchad nella zona di Marmar, che lo stesso artista definisce come “uno dei luoghi più ricchi di suggestioni paesaggistiche per gli amanti dell’unione roccia e sabbia”. Immagini di tramonti esaltati nelle sfumature del giallo, dell’ocra, degli arancioni e degli oltremare. Acquerelli che ci restituiscono il sapore aspro, gli odori secchi, la pungente visione dei luoghi.
E intorno ai colori forme di rocce e animali, dune e orizzonti si delineano e si fissano essenziali sulla carta.
L’artista Ida Rosa Scotti, appassionata scultrice, non parte dal deserto, ma ci propone sculture che nei colori e nella ricerca di essenzialità ce lo ricordano. Attraverso la terra e la pietra la materia prende una forma rarefatta rivelando colori essenziali. Emergono contrasti e assonanze, abbracci e respingimenti, che spesso si risolvono in incastri perfetti.
Sulle superfici ruvide la luce fa il suo lavoro, esaltando i colori naturali di argilla e arenaria.
Ida Rosa Scotti modella con maestria, dominando la materia con decisione, riportandola a forme primordiali da contemplare.
In occasione della mostra, mercoledì 9 maggio alle 18,30 lo spazio ospiterà Giovanni Mattiangeli che racconterà “l’incredibile storia/avventura dell’albero del Tenere tra mito e realtà sahariane”.
LUCIA COVI
Il tema della luce è affrontato con una sensibilità raffinata e sottile dalla fotografa Lucia Covi. Le sue immagini mostrano, attraverso lo studio del particolare, le tracce della presenza della vita nell’immensa immobilità di uno spazio senza contenuti. Nelle sue opere forma e colore della materia dialogano tra loro portando in primo piano linee essenziali che si disegnano nella luce. Il deserto si concretizza nella linea delle sue dune trasformandosi nel concetto stesso di spazio: assoluto, atemporale e decontestualizzato.
Lucia Covi è nata a Bolzano, ha studiato a Roma e vive ormai da molti anni a Milano. Qui esercita la sua attività di fotografa, iniziata con la formazione avvenuta presso la scuola di Giuliana Traverso. Presto ha sviluppato un suo linguaggio personale e poetico. Ha iniziato ad esporre le sue opere dal 1995 in mostre nazionali ed internazionali.
Ha esplorato il mondo della Scienza, producendo seducenti immagini carpite al nanomondo. Molte sue opere sono state pubblicate su riviste di fotografia. Deserto, pieghe, acque e nanomateriali sono i temi di cicli di lavori presentati al pubblico. E proprio di deserti parlano le immagini presentate in questa mostra.
GIANCARLO ILIPRANDI
Designer di fama internazionale e fine narratore ci propone immagini del deserto del Tchad nella zona di Marmar, che lo stesso artista definisce come “uno dei luoghi più ricchi di suggestioni paesaggistiche per gli amanti dell’unione roccia e sabbia”. Immagini di tramonti esaltati nelle sfumature del giallo, dell’ocra, degli arancioni e degli oltremare. Acquerelli che ci restituiscono il sapore aspro, gli odori secchi, la pungente visione dei luoghi.
Giancarlo Iliprandi, designer, illustratore, narratore poetico, appassionato di deserto e dei suoi popoli. Una carriera importante che lo ha portato a spaziare e dare contributi significativi a grafica, design e comunicazione.
Ha aderito a diverse associazioni professionali e fondazioni, di cui, a varie riprese, è stato Presidente (ADI, ICOGRADA).
Ha svolto numerose attività didattiche presso importanti scuole e università Ha pubblicato testi sul tema del linguaggio grafico, del design, della comunicazione. Ha ricevuto premi e riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui una Laurea ad Honorem in Disegno Industriale del Politecnico di Milano nel 2002 ed il Premio Compasso d’Oro alla Carriera nel 2011.
IDA ROSA SCOTTI
E intorno ai colori forme di rocce e animali, dune e orizzonti si delineano e si fissano essenziali sulla carta.
L’artista Ida Rosa Scotti, appassionata scultrice, non parte dal deserto, ma ci propone sculture che nei colori e nella ricerca di essenzialità ce lo ricordano. Attraverso la terra e la pietra la materia prende una forma rarefatta rivelando colori essenziali. Emergono contrasti e assonanze, abbracci e respingimenti, che spesso si risolvono in incastri perfetti.
Sulle superfici ruvide la luce fa il suo lavoro, esaltando i colori naturali di argilla e arenaria.
Ida Rosa Scotti modella con maestria, dominando la materia con decisione, riportandola a forme primordiali da contemplare.
In occasione della mostra, mercoledì 9 maggio alle 18,30 lo spazio ospiterà Giovanni Mattiangeli che racconterà “l’incredibile storia/avventura dell’albero del Tenere tra mito e realtà sahariane”.
Ida Rosa Scotti è nata a Milano, dove tutt’ora risiede e lavora. Ha frequentato la scuola libera di nudo presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e la Scuola del Fumetto di Milano. Si è dedicata dapprima alla pittura, per poi affiancare a questa la scultura, assecondando un forte amore per la materia e la necessità di espressioni plastiche.
A partire dal 1992 ha presentato il suo lavoro in numerose mostre personali e collettive e ha partecipato a concorsi e rassegne internazionali dove ha ottenuto riconoscimenti per le opere presentate. Le opere esposte sono sculture in cui la terra e la pietra, con i loro colori e le rugose asperità trionfano.