16 novembre / 3 dicembre 2010
SBLU_spazioalbello
La mostra presentata allo SBLU_spazioalbello è dedicata alla parola e al fascino che esercita.
Cosa sono le parole se non il mezzo per creare collegamenti, legami, instaurare rapporti e narrare vicende?
Ma non solo: esiste il piacere che le parole offrono dal punto di vista semantico e quello a cui rimandano visivamente con il loro essere segno, composizione.
Affascinati dalle potenzialità della parola scritta, che diventa il mezzo per esplorare il mondo esterno o interiore Massimo Polello, Gabriella Sacchi e Mariangela Zabatino ci offrono emozioni differenti e intense.
MASSIMO POLELLO
Per Massimo Polello, presidente dell’Associazione di Calligrafia di Torino, l’uso dell’alfabeto supera la funzionalità del linguaggio scritto per diventare immagine che valorizza la forma e la gestualità del segno.
L’opera calligrafica è interazione tra l’artista, il tempo e la memoria, per questo Polello non si limita all’uso di tecniche tradizionali, ma si avvale dei mezzi del proprio tempo quali video e proiezioni, installazioni e live-performance.
Alle tecniche calligrafiche classiche sovrappone sperimentazioni stilistiche arricchite dall’uso di materiali innovativi come resine, vernici, materiali di recupero.
GABRIELLA SACCHI
Diplomata al Liceo artistico di Brera, laureata in architettura al Politecnico di Milano, esprime le proprie emozioni con la ceramica che insegna nel Laboratorio Nibe da lei aperto a Milano nel 1981.
I temi della sua poetica sono da ricercare nella relazione tra la comunicazione verbale, scritta e quella visiva delle immagini che interpreta come confronto tra viaggio reale e viaggio metaforico. In particolare, negli ultimi anni, dedica il suo lavoro alla riflessione su di un particolare tipo viaggio, quello compiuto da milioni di migranti i cui spostamenti hanno obbligato l’Occidente ad occuparsi di mondi “altri” che si sono materializzati sul suo territorio.
MARIANGELA ZABATINO
La ricerca artistica di Mariangela Zabatino è ancestrale: ha profonde radici nel passato, parla di arte primitiva, bizantina e orientale. Le sensazioni atemporali che scaturiscono dalle sue opere vengono espresse da forme e segni istintivi e viscerali. Il suo lavoro non è figurativo e nemmeno del tutto astratto: nelle sue opere ci mostra segni, forme e volumi che sono l’eco interiorizzato della realtà: emozioni, persone, cose, paesaggi, filtrati dagli occhi dell’anima.
L’istinto di travalicare i limiti imposti dalle due dimensioni della pittura si realizza con la stratificazione dei materiali più disparati: veline, corde, tessuti, olii, metalli, sabbie e si conferma attraverso la ricerca plastica iniziata nel 2002.