13 / 30 marzo 2012
SBLU_spazioalbello
La ricerca dell’assoluto contraddistingue il lavoro dei tre artisti proposti nella seconda mostra di SBLU_spazioalbello.Sestilio Burattini scultore, Giulia Comenduni poetessa e fotografa, Lorenzo Pietrogrande pittore, affrontano con le modalità differenti delle loro discipline un’indagine che ha in comune l’ansia di raggiungere l’essenza delle cose. Isolando una forma, un frammento temporale, un particolare da una narrazione complessa, questi artisti ci offrono una visione della ricerca di un comun denominatore della conoscenza da utilizzare come universale.
Lo scultore umbro Sestilio Burattini esprime l’appartenenza a un territorio ricco di storia e di riferimenti.
L’uso del marmo richiama la statuaria classica e classico è il desiderio di sintesi tra pieno e vuoto, bianco e nero, staticità e movimento. Ogni scultura è animata da una tensione apparentemente contradditoria di espansione e contrazione. Il movimento, neutralizzato, definisce uno spazio metafisico, assoluto. Oggetti che si relazionano con il mondo, ma isolano la parte che occupano trasformandola in spazio ideale.
Attraverso la fotografia analogica, utilizzata senza correzioni o manipolazioni tecnologiche, Giulia Comenduni ha sviluppato una ricerca volta a premiare la forma dall’informale, il passaggio dal finito all’infinito, dall’ombra alla luce. Lo scatto finale si risolve nello svelamento d’un dettaglio risolutivo: l’unico possibile, senza aggiunte né sottrazioni. Le sue immagini ci mostrano quello che spesso sfugge allo sguardo. Attraverso l’attimo fuggente ricerca il valoreuniversale e atemporale dell’assoluto. Una ricerca questa che sviluppa contemporaneamente con il linguaggio poetico.
Lorenzo Pietrogrande veneziano di nascita, milanese di fatto, coniuga evocazioni della tradizione colorista veneta, del Tiepolo in particolare, con una tecnica pittorica rapida e gestuale tipica dell’arte espressionista.
Le sue opere, aggiornate dal linguaggio della fotografia e della pubblicità, compongono su campiture quasi monocromatiche, particolari del passato e dell’attualità con tagli e visioni dal basso di memoria settecentesca.
Racconta storie assolute che vanno oltre il luogo e il momento contingente. Paesaggi metafisici del contemporaneo colti in una dimensione sovratemporale.
SESTILIO BURATTINI
Lo scultore umbro Sestilio Burattini esprime l’appartenenza a un territorio ricco di storia e di riferimenti.
L’uso del marmo richiama la statuaria classica e classico è il desiderio di sintesi tra pieno e vuoto, bianco e nero, staticità e movimento. Ogni scultura è animata da una tensione apparentemente contradditoria di espansione e contrazione. Il movimento, neutralizzato, definisce uno spazio metafisico, assoluto. Oggetti che si relazionano con il mondo, ma isolano la parte che occupano trasformandola in spazio ideale.
Burattini Sestilio è nato a Magione (Perugia) il 04/04/1947, dove vive e lavora.
E’ stato docente di tecniche di marmo e pietre dure presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia, della quale è anche accademico di merito. Le sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche, in Italia e all’estero.
GIULIA COMENDUNI
Attraverso la fotografia analogica, utilizzata senza correzioni o manipolazioni tecnologiche, Giulia Comenduni ha sviluppato una ricerca volta a premiare la forma dall’informale, il passaggio dal finito all’infinito, dall’ombra alla luce. Lo scatto finale si risolve nello svelamento d’un dettaglio risolutivo: l’unico possibile, senza aggiunte né sottrazioni. Le sue immagini ci mostrano quello che spesso sfugge allo sguardo. Attraverso l’attimo fuggente ricerca il valore universale e atemporale dell’assoluto. Una ricerca questa che sviluppa contemporaneamente con il linguaggio poetico.
Giulia Comenduni nata a Milano nel 1955, risiede a Vigevano.
Poeta e fotografa, nelle 2 discipline, apparentemente disgiunte, scava e mette in luce i particolari del tutto.
La sua ricerca è volta a imprimere, sia con le parole che con le immagini, il momento che fugge.
Le opere qui esposte sono il frutto di questa paziente curiosità che da sempre la anima.
LORENZO PIETROGRANDE
Lorenzo Pietrogrande veneziano di nascita, milanese di fatto, coniuga evocazioni della tradizione colorista veneta, del Tiepolo in particolare, con una tecnica pittorica rapida e gestuale tipica dell’arte espressionista.
Le sue opere, aggiornate dal linguaggio della fotografia e della pubblicità, compongono su campiture quasi monocromatiche, particolari del passato e dell’attualità con tagli e visioni dal basso di memoria settecentesca.
Racconta storie assolute che vanno oltre il luogo e il momento contingente. Paesaggi metafisici del contemporaneo colti in una dimensione sovratemporale.
Nato a Venezia, ha studiato all’accademia di Brera.. Vive e lavora a Milano.
La sua formazione è stata influenzata dalla passione per l’espressionismo: da esso derivano il gusto per la pennellata decisa, il segno nervoso e alcune scelte cromatiche.
Affascinato dalla molteplicità del reale, ma anche smarrito al pensiero di quanto sia inafferrabile ed ingannevole, si limita a rappresentarne delle porzioni e a suggerirne l’intrinseca ambiguità, trasfigurando l’immagine tramite una pittura impostata su freschezza della pennellata, colore liquido e trasparente e tratti a carbone sovrapposti. Tende a evocare frammenti di paesaggio, sia naturale che urbano, con linguaggio agile, apparentemente veloce nell’esecuzione, sintetico ed energico nella composizione.
Suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre in Italia e all’estero (di recente presso Galleria Blanchaert, Galleria Cortina, Spazio Tadini a Milano). Nel 2012 è presente al Padiglione Italia a Torino, nell’ambito della Biennale di Venezia a cura di Vittorio Sgarbi. In preparazione una personale alla galleria Khun & Partner di Berlino.